La dislessia viene qualificato come “il disturbo che si verifica durante l’apprendimento della lettura” nonostante vi sia un’ istruzione adeguata e l’ assenza di deficit intellettivi, neurologici o sensoriali e con adeguate condizioni socioculturali. I ragazzi dislessici quindi non hanno assolutamente problemi d’intelligenza’, né tantomeno di socializzazione, ma solo difficoltà con tutto ciò che attiene la lingua scritta, che si manifesta principalmente mediante la sostituzione sia quando si legge sia quando si scrive, delle lettere con grafia simile; p, b, d, g, q; a/o; e/o; o suoni simili: t/d; r/l; d/b; v/f. Ma non solo, purtroppo molti bambini dislessici hanno difficoltà anche ad imparare l’ordine alfabetico, i giorni della settimana e i mesi in ordine; presentano difficoltà nell’espressione verbale del pensiero, hanno un lessico povero e non memorizzano i termini difficili.
Molto spesso, purtroppo, i disturbi dell’apprendimento molto ‘marcati’ e non immediatamente riconosciuti, possono comportare reazioni psicologiche molto forti e un circolo vizioso per il quale si. ha una concreta perdita dell’autostima conseguente al fallimento scolastico. Purtroppo. frequentemente gli adulti e i genitori di fronte al disturbo si sentono inadeguati, non sanno come aiutare concretamente il bambino a svolgere le proprie attività scolastiche, non riescono a proteggerlo dalle frustrazioni e dalla sofferenza. Per questo il mio consiglio è quello di avviare un percorso di crescita consapevole insieme al ragazzo senza pregiudizi o allarmismi, utilizzando anche le nuove tecnologie e gli strumenti che ci mettono a disposizione che possono essere di supporto nelle attività quotidiane e che implicano la letto-scrittura, permettendo a tutti di esprimere il proprio potenziale più consapevoli dei propri punti di forza e punti deboli, ricercando e sperimentando anche strategie concrete per affrontare le diverse situazioni che caratterizzano la vita quotidiana e scolastica».
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